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Gli smartphone cinesi OPPO e Xiaomi sarebbero pieni di spyware

di Michele Ingelido

Una ricerca svolta dall’Università di Edinburgo e dal Trinity College di Dublino ha portato alla luce dei dati potenzialmente sconcertanti. Stando ai risultati della ricerca, gli smartphone OPPO, Xiaomi, Realme e OnePlus venduti in Cina sarebbero infetti da spyware preinstallati. Gli spyware sarebbero stati inseriti all’interno degli smartphone allo scopo di raccogliere e trasmettere grandi moli di dati personali degli utenti senza la loro autorizzazione.

A quanto pare i dispositivi avrebbero un numero consistente di app di sistema con autorizzazioni sospette abilitate di default, bypassando di fatto la volontà degli utenti. Le applicazioni raccoglierebbero e invierebbero attivamente informazioni sensibili correlate al dispositivo, alla posizione, al profilo utente e perfino alle relazioni sociali degli utenti. Non si salverebbero nemmeno gli utenti consapevoli che solitamente rifiutano qualsiasi forma di raccolta dati ed evitano l’uso di cloud e servizi di terze parti. Anche in questi casi gli smartphone invierebbero informazioni su dispositivo e utente come identificatori, coordinate GPS, abitudini di utilizzo delle app, cronologia di chiamate e SMS, e perfino i contatti.

Gli utenti sarebbero del tutto ignari di questa violazione dei loro dati e non ci sarebbe alcun modo per evitarla. Cosa ancora più allarmante, i dati sarebbero riconducibili ai singoli utenti e utilizzabili per scopi di tracciamento. La ricerca è stata condotta su smartphone OPPO, Xiaomi, Realme e OnePlus venduti in Cina e quindi con le ROM cinesi, ciò vuol dire che il problema non dovrebbe interessare gli utenti sui mercati internazionali come l’Italia. Tuttavia sarebbero invece coinvolti gli utenti internazionali che hanno acquistato dispositivi sul mercato cinese, magari importandoli o viaggiando direttamente in Cina per acquistarli. La pratica di raccoglimento dei dati, infatti, continuerebbe anche nel caso gli utenti lascino la Cina.

È utile notare che solitamente gli smartphone del gruppo OPPO e Xiaomi (quindi anche Redmi e POCO) venduti in Cina hanno molte più app di terze parti preinstallate e dalle 8 alle 10 volte in più di autorizzazioni concesse, se confrontati agli stessi modelli venduti sui mercati globali come l’Europa. In particolare nell’Unione Europea ci sono chiari regolamenti e leggi che vietano la concessione di simili permessi sui dispositivi mobili, ma purtroppo il mercato cinese è esente da tali leggi.

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