Google ha da poco presentato la serie Pixel 6 con un’importantissima novità: il suo primo processore proprietario che prende il nome di Google Tensor. Con le difficoltà causate dalla pandemia che ha generato una vera e propria crisi dei semiconduttori, i principali produttori di smartphone si sono messi all’opera per rifornirsi di chip in modi alternativi. Tra questi c’è anche OPPO che stando all’ultimo rapporto di Nikkei Asia sta lavorando al suo primo processore proprietario.
Il SoC di OPPO sarebbe previsto per il 2023 e la Green Factory avrebbe deciso di montarlo a bordo di uno smartphone top di gamma. Proprio come Google Tensor, quindi, il chipset sarebbe di fascia top di gamma. Sempre da quanto riportato, sembra che la casa produttrice abbia deciso di utilizzare il processo produttivo a 3 nm di TSMC. Ad ora i migliori processori sul mercato sono costruiti a 5 nm e non c’è ancora un modello realizzato a 3 nm.
Grazie a questo processo produttivo il processore di OPPO potrebbe garantire una maggiore compattezza e dei consumi ancora più bassi rispetto ai SoC attuali. Finora l’azienda si è sempre affidata a Qualcomm e MediaTek per reperire i processori da montare sui suoi smartphone, ma proprio come hanno già fatto Google, Apple, Samsung e Huawei sta pianificando di rendersi indipendente dai chipmaker producendosi i chip da sola.
Nel caso di OPPO però la decisione potrebbe avere un impatto ancora più importante: i chip proprietari di cui si parla ormai da tempo potrebbero infatti essere utilizzati anche sugli smartphone di Realme, OnePlus e Vivo in quanto aziende appartenenti alla stessa conglomerata BBK Electronics. E’ scontato dire che un processore proprietario porterebbe all’azienda tutta una serie di vantaggi: tra questi l’azzeramento dei rischi derivanti da un possibile ban degli USA o dal prolungarsi della crisi dei semiconduttori, ma anche la riduzione dei costi con conseguente diminuzione dei prezzi degli smartphone.
