Per conquistare i consumatori di oggi uno smartphone deve attrarre non solo dal punto di vista delle specifiche, ma anche (e spesso soprattutto) esteticamente. Tra display “full-screen”, scocche realizzate in materiali pregiati e colori cangianti e psichedelici, negli ultimi anni si sono susseguite enormi innovazione nel design degli smartphone. Tra le aziende che hanno innovato maggiormente c’è OPPO, che di recente ha trovato una nuova soluzione in grado di rendere il design degli smartphone davvero stupefacente.
Stiamo parlando di OPPO Glow: un’avanzata tecnica di lavorazione del vetro che ha fatto il suo debutto su Reno4 5G e che è stata poi riproposta in modo ancora più suggestivo sul Find X3 Neo. OPPO Glow consente anche agli smartphone con una scocca in vetro ruvido, anti-riflesso e anti-impronta di brillare mostrando una gamma di colori diversi, che cambiano ulteriormente in base all’angolazione da cui si guarda lo smartphone.
Per creare questa finitura sono state necessarie ricerche molto approfondite e un gran lavoro da parte degli ingegneri. Andiamo a scoprire come è stata realizzata.
Come nasce OPPO Glow
Questa tecnica di lavorazione è nata dall’esigenza dell’azienda di fornire, agli utenti che acquistano uno smartphone premium, un dispositivo con una scocca in vetro anti-riflesso e opaco al principale fine di evitare l’accumulo di impronte digitali.
Allo stesso tempo, però, la casa produttrice ha dovuto affrontare la difficoltà di realizzare una scocca brillante dai colori suggestivi e cangianti anche con un vetro opaco. Purtroppo con il vetro ruvido la luce viene diffusa e non riflessa, per cui diventa impossibile far brillare il dispositivo.
Così OPPO Glow ha fatto brillare il vetro opaco
La soluzione che OPPO è riuscita a trovare per rendere scintillante anche il vetro opaco è l’utilizzo dei micro cristalli che si creano durante il processo di incisione che rende il vetro ruvido: questi riescono infatti a direzionare i fasci di luce che colpiscono la scocca.
Tuttavia i cristalli presenti sul vetro ruvido, per via della loro forma sferica non regolare, provocano una rifrazione della luce in tutte le direzioni e quindi crea l’effetto opaco per via della difficoltà del vetro a raccogliere la luce.
Per ovviare al problema, con il Reno4 5G la casa produttrice ha progettato le strutture cristalline come piramidi esagonali: essendo che i bordi spigolosi dei cristalli così progettati possono riflettere la luce, riescono a creare un effetto luminoso e brillante. Per assicurare una maggiore brillantezza, OPPO ha aumentato la superficie dei bordi riflettenti.
La chiave: creazione e distribuzione dei cristalli piramidali
Per realizzare le strutture cristalline esagonali che vedete sul retro di smartphone come Find X3 Neo (trovate le nostre foto nella recensione) gli ingegneri hanno testato più di 30 metodi di lavorazione del vetro in un mese. Il processo aveva inizialmente un’efficacia più o meno del 20% per via delle difficoltà incontrate nel rendere uniforme l’area del vetro ricoprendo ogni parte con la giusta densità di cristalli.
E così per realizzare OPPO Glow l’azienda ha testato dozzine di tipologie di vetro differenti, giungendo alla conclusione che un vetro con più magnesio e potassio era la soluzione giusta. Sono stati necessari altri 3 mesi per trovare una formula di incisione che garantisse l’uniformità dei cristalli sulla scocca, con più di 30 soluzioni liquide sperimentate.
Il processo produttivo della finitura OPPO Glow ha richiesto una temperatura controllata entro un intervallo di 1 °C e per arrivare alla temperatura ideale il team ne ha testate più di 100.
Tanti tweak per un risultato al top della precisione
Un processo produttivo del genere non è qualcosa che riesce al primo tentativo. Fra gli altri studi, è stato necessario comprendere anche come immergere il vetro nella soluzione di incisione per avere la massima uniformità: sono state sperimentate ben 200 inclinazioni ed ogni piccola variazione dell’angolo ne causava una grande sulla densità dei cristalli per ogni area.
Inoltre gli ingegneri hanno dovuto valutare il tempo di colata del liquido per non impattare negativamente su dimensione e altezza delle strutture cristallini: alla fine si è scelto un tempo di colata di 4 minuti.
I problemi nella fase di produzione
Come se non bastasse, durante la produzione è stato riscontrato che per realizzare la finitura OPPO Glow i tempi di produzione aumentano a dismisura: la tecnica di lavorazione richiede infatti un tempo di 2-3 volte superiore rispetto alla precedente generazione. Ciò influisce negativamente sulla quantità di dispositivi prodotti a parità di tempo.
E così gli ingegneri hanno ottimizzato la tecnica di produzione variando il layout della linea e il meccanismo delle pinze, arrivando a far crescere il rendimento dal 20 al 90% e garantendo così tempi di realizzazione più brevi rispetto alla precedente generazione di OPPO Glow. E così la casa produttrice è riuscita a realizzare la finitura più suggestiva che possiamo ammirare su uno smartphone di ultima generazione! Vi lasciamo al commento di OPPO sulla finitura di Find X3 Neo.
Per l’Oppo Find X3 Neo, i designer Oppo hanno ideato un’esperienza estetica che ricorda la Via Lattea attraverso il nuovo processo Oppo Glow – un unico processo di vetro AG progettato da Oppo che fa brillare il telefono come se milioni di diamanti fossero incorporati nel vetro.